BASTARDUNA QUINTET/SEXTET

ULTIMA USCITA! Marzo 2024


 
 

Bob Salmieri Bastarduna Quintet, è una formazione creata nel 2020, in piena pandemia. Bob ha radunato intorno a se, alle debite distanze, un gruppo nutrito di musicisti, vecchie e nuove conoscenze, per realizzare un progetto dedicato principalmente al suo nuovo libro "...e mamma faceva la danza del ventre" e al successivo in lavorazione "Sister Jumps through fire".  La musica è presto riconoscibile nelle contaminazioni mediterranee e orientali care a Bob nelle sue varie formazioni; così, affiancano gli strumenti classici del combo jazz, altri poco noti al pubblico occidentale come il Tambur e il Baglama, strumenti a corde tipici della tradizione musicale turca. Diversi ospiti hanno partecipato e stanno ancora collaborando alla stesura dei nuovi brani


uscite recenti

Nuovo capitolo della saga cominciata con "...and mama was a belly dancer" (Cultural Bridge 2021)


Cover art design: stefania FABRIZI
THE BAND:
bob SALMIERI : Tenor sax
giancarlo ROMANI : Trumpet , flugelhorn
danilo GAMBARDELLA : Piano
maurizio PERRONE : Doublebass
massimiliano DE LUCIA : Drum

ASCOLTA  QUI 


Una nuova creatura, tanti personaggi

La formazione, nata alla fine del 2020, si è lanciata nel progetto ambizioso di registrare un disco corale in piena pandemia. "...and mama was a belly dancer" uscirà il 7 Marzo 2021 per Cultural Bridge e vede riuniti nuovi e vecchi amici per raccontare le vicende di un bambino che con la mamma scappa dalla Sicilia degli anni '60 per approdare dopo diverse traversie, al Famoso Tabarin Olimpo dove si esibiscono personaggi straordinari qui raccontati. Il disco si ispira al libro omonimo di Bob Salmieri pubblicato da Margana edizioni (2021)

bob SALMIERI - Sax tenore
giancarlo ROMANI - Tromba
vincenzo LUCARELLI - Organo Hammond, Rhodes piano
maurizio PERRONE - Contrabbasso
massimiliano DE LUCIA - Batteria
Ospite
mateusz NAWROT - Vibrafono, grand piano.

ITALIA

ABROAD


PRESS


This new, recently released album By Bob Salmieri Bastarduna Quintet is somewhat of a soundtrack to a book written earlier by Bob himself which tells the life story of Rocco who's life circumstances leads him to discover the world of Jazz music. This album as the previous one "...and mama was a belly dancer", can stand on their own but the story does give the listener a sense of place, the geographical location where the story unfolds. The sound of the group may be considered "Retro Jazz" which may give an indication to the group direction. The sound is beautifully laid back and again for me the closeness to the Mediterranean speaks wonders. It's this positive sound that leaves a smile on your face. The groups' sound is very tight with enough room for all the musicians to explore their instruments but also the knowledge and the magic of working together has one. The Double Bass and Drums keep everything moving steadily and both brass player, Bob on the Tenor Sax and Giancarlo on Trumpet & Flugelhorn create beautiful exchanges that lift the music to high level of sophistication. Maybe you can call it "old school" Jazz, but to my ears it shines like a bright star!
Gil Medovoy - di Timnatal Music (Portage Bay East, Davis, CA.)

I dischi di Bob Salmieri hanno il fascino dei romanzi d’appendice, c’è sempre un sequel: una storia si chiude ed un’altra se ne apre, per la serie «riusciranno i nostri eroi…» Il gusto per la narrazione romanzesca del sassofonista siciliano viaggia di pari passo con lo sviluppo tematico dei suoi album che si ripetono con una precisa cadenza temporale ed in cui il costrutto melodico-armonico sembra descrivere le avventure e le scorribande di personaggi fantastici, mitici, epici, leggendari che albergano nella fervida fantasia dell’autore.
Il nuovo album segue le vicende già raccontate nel precedente album, e d è il perfetto follow-up di «…And Mama Was A Belly Dancer» e del libro omonimo, uscito in Italia nel 2021, in cui Salmieri dapprima nel racconto sonoro, e successivamente in quello letterario, aveva condotto il fruitore in dedalo di storie fumettistiche ammantate di magia e collocate in contesto circense fatto mostruosità umane e di abili manipolatori. Il plot narrativo su cui si dipana la trama sonora può essere così sintetizzato: Rocco, il piccolo protagonista di questa storia è ormai adolescente, ha perso improvvisamente il padre (il cinese) e di sua madre (Nina) non si sa più nulla dal giorno dell’incursione della buoncostume al Tabarin Olimpo, dove lavorava come ballerina e danzatrice del ventre, in coppia con Mahamud il fachiro. Per fortuna la sua sorellastra viene in suo soccorso e lo porta con sé al Circo dove lavora esibendosi in uno numero molto pericoloso, in cui si lancia da un alto trampolino in una vasca infuocata. Nuove prospettive si aprono per Rocco. Siamo negli anni ’70 e molte cose stanno cambiando. La musica entra prepotentemente nella vita del protagonista che inizia a suonare il sax, ricordando Mario, il vecchio sassofonista conosciuto al Tabarin Olimpo e che per primo lo ha introdotto al jazz.
Per chi conosce bene il sassofonista Bob Salmieri sa che in tutto questo c’è molto di autobiografico, quanto meno estratti della sua vita e della sua esperienza di uomo, di moderno cantastorie e di musicista vengono trasfigurati, adattati ed inseriti in una cornice fiabesca che riflette anche il mood e l’andamento delle sue composizioni. Il costrutto sonoro di Bob Salmieri anche nel caso di questa nuova opera nasce da un jazz diluito da essenze mediterranee, attraverso una ricerca di suggestioni provenienti da culture millenarie che sovente guardano verso Oriente e il Sud del Mondo, con la Sicilia sempre sullo sfondo come musa ispiratrice, terra di miti, di artisti, punto di confluenza di popoli e crogiolo di razze. Salmieri al sax tenore è accompagnato da Giancarlo Romani tromba e flicorno, Danilo Gambardella al pianoforte, Maurizio Perrone al contrabbasso e Massimiliano De Lucia alla batteria, che insieme costituiscono il cosiddetto Bastarduna Quintet, nome mutuato da un particolare e gustoso tipo di fico d’india tardivo, tipico della Sicilia.
L’album, dal titolo teatral-cinematografico, «Ma Sister Jumps Through Fire /A Jazz Drama» si sostanzia come un concept imperniato su nove componimenti che vengono squadernati come i capitoli di un racconto. Il mood complessivo dell’album è alquanto esplorativo ed itinerante come la colonna sonora di un film. L’iniziale «Sister Jump» compare sotto le sembianze di un mid-range magnificato da una melodia ampia e spaziosa lanciata dal sax di Salmieri e da Romani, mentre il piano di Gambardella scava nei meandri più profondi e lirici del costrutto sonoro sostenuto da una retroguardia ritmica sinergica e compiacente. «Lola L’Ammazzasette» si snoda seguendo un flusso vagamente fusion, attraverso un gioco pianistico ricco di spunti soulful e funkified, implementati dai fiati che disegnano scenari metropolitani e notturni. «Nina The Dressmaker» è una ballata dalle tinte brunite e crepuscolari, caratterizzata da una malinconica melodia dai tratti somatici mediterranei. «Old Man With Sax» si sostanzia come uno dei momenti più struggenti dell’album, alimentato dal forte pathos del tenore di Salmieri, che affonda in un crogiolo di ricordi insanguati di blues. «My Beautiful Nun» è una breve progressione pianistica che si insinua nel plot narrativo come un flashback filmico dalle immagini volutamente tenui e sfuocate. «Tabarin Olimpo», sviluppa un’avvincente atmosfera retrò, magnificata dal dualismo sax/tromba e dal sinergico apporto dei fiati, mentre il piano s’inabissa in una progressione quasi ellingtoniana, ottimo il lavoro di contrabbasso (Perrone) e batteria (De Lucia) che garantiscono un groove leggiadro e mai debordante.
«Cerimony For The Chinese» crea un’atmosfera fiabesca che ricorda, a livello di mood, «My Favourite Things» di Coltrane. La melodia è penetrante e serpentina, mentre il piano accarezza gli accordi al fine di agevolare il sax che diventa l’io-narrante; ottimo l’assolo di Danilo Gambardella, con uno zampillo alla McCoyTyner, prima d’introdurre il flicorno di Romani. «Mahmud Le Fakir», porta con sé una lontana eco d’Oriente, una melodia intrigante e velata di mistero trascinata attraverso una accidentata e petrosa turkish way, ma anche un locale di Tangeri, uno scorcio alla Corto Maltese, gremito di donne procaci e di avventurieri di ogni risma. La conclusiva «Where Are You Mama» è un’elegia soulful traboccante di passione, dove il sax di Salmieri con frasi breve ed interrotte simili ad un pianto singhiozzante sembra descrivere la disperazione del protagonista, Rocco, alla ricerca della genitrice scomparsa, mentre la tromba ed il piano in sequenza e poi ancora il sax, cupo e meditabondo, ne accrescono il pathos. «Ma Sister Jumps Through Fire /A Jazz Drama» conferma tutto il talento compositivo ed esecutivo di Salmieri e del Bastarduna Quintet, retaggio di un polimorfico immaginario sonoro che riesce a rilegare saldamente altri capitoli di una storia infinità. Una nota di merito va alla cover-art del disco creata da Stefania Fabrizi. Il dipinto richiama idealmente una locandina circense del secolo scorso. L’avventura continua, e presto andrà in stampa anche il nuovo libro.

Francesco Cataldo Verrina -  Doppio Jazz

This album, created amidst the dark period of world pandemic, is a wonderful proof of the fact that music not only heals but also keeps as sane. It is now a year since many of us hardly managed to leave our homes and ware almost completely cut off from what we, the human species and especially those of the Mediterranean origin, need the most: contact with our kind, a smile, a warm embrace, a feeling of togetherness. Cut off from contact with other people we always turn inwards, into our dreams and memories. It is therefore hardly surprising that Bob Salmieri sought inspiration for this music in his childhood, re-imagining some characters from a spectacle he saw as a child. This idea resulted in a string of wonderfully coherent melodic themes, which are full of romance, lyricism and reflection. For many listeners this music will sound very Bluesy, but to be honest the Mediterranean Culture has had its own Blues for Centuries, in many different shapes and forms: Rebetiko, Neapolitan, Flamenco, Jewish and Arabic music are full of intrinsic “Blues” atmosphere. The change of instrumentation, especially the addition of organ, trumpet and vibraphone (a cooperation with a young Polish musician Mateusz Nawrot, who guests on three tracks), caused a crystallization of Salmieri’s style, achieving perhaps the most convincing form of what he calls Mediterranean Jazz. The music has a superb natural flow and vitality, which simply makes the listener wish to hear more. Moving between reflective, melancholic and even sad moments and energetic, lively and obviously happy ones, this music is like life itself, constantly moving between sweet and bitter. I am looking forward to see you and all my friends around the world in person soon; it has been way too long. In Music we trust!
The above are my liner notes included on this album's artwork.
I am honored when asked by the Artists to write liner notes for their albums, always hoping that my words reflect the true spirit of the music. This is also a symbol of our mutual respect and friendship developed over the years. The same is also true when Record Labels ask me to write liner notes for their releases, mostly in the case of reissues of archival albums, which is a symbol of their appreciation of my knowledge and historical perspective and my appreciation of their dedication to the preservation of the history of recorded music and the effort to keep human Culture and Aesthetics alive.
Adam Baruch - www.adambaruch.com 

Bob Salmieri is an Italian composer, multi-instrumentalist and writer. He is also established as one of Europe’s foremost musicians, not just because of his playing but also due to the ongoing presence on the scene of the label he coruns, Cultural Bridge.
His projects include Erodoto Project, Milagro Acustico and the Bastarduna Quintet, which brings on board trumpet player Giancarlo Romani, bass player Maurizio Perrone, drummer Massimiliano De Lucia and Vincenzo Lucarelli on organ and Rhodes piano, with guest Mateusz Nawrot on vibraphone on one track of And Mama Was a Belly Dancer and grand piano on two.
This new album was made between October and December 2020, in a slightly eclectic manner, due to the vagaries which went with the COVID-19 restrictions. And Mama Was a Belly Dancer is a concept album, partly autobiographical and also includes fantastical characters. Both the journey of life and the characters are seen through the eyes of a child. This record is inspired by the events told in a book authored by Salmieri, which is forthcoming. And Mama Was a Belly Dancer is on digital platforms and physical form, with distribution by CD Baby. The liner notes are by Adam Baruch, who argues And Mama Was a Belly Dancer proves that even in a pandemic music heals and keeps us sane. Bastarduna means the second flowering of Opuntia triacantha (the prickly pear cactus) but it also means the opportunity of a second chance, which perhaps is what this music has captured. Bob Salmieri explores childhood memories, some with a passing glance, while others go deeper: a child seeking answers and searching for them using the medium of music. The tracks include some coherent melodic themes, full of romance, lyricism and reflection and also a touch of blues, and there is energy which flows across this album.
The opening title track from And Mama Was a Belly Dancer is announced with a sax that heralds the powerful mix of melodic phrasing over steady rhythms of a bluesy nature. The rhythm change from 7 to 8 beats is a beautiful intertwining of Eastern and Western vibes. This track is intriguing, engaging and powerful, from the sultry opener of Salmieri’s sax, to the drop-by-drop entry of the drums, organ and trumpet.
Each adds their own voice to the picture embodied in the title of a dancer weaving her way amongst the crowd perhaps, or stepping lightly over reclining bodies, her robes flowing and colorful. The second half has more of an Eastern essence than the first and, as so often with Salmieri, there is that mix of cultures he transits so well.
“The Balinese Dancer” is light, fanciful and the melody established by Mateusz Nawrot’s vibraphone initially, before it is joined by percussion and the theme is later picked up by Bob Salmieri’s sax which adds depth and texture. The infusion of light and dark is wonderfully explored, with the gentle melody continuing under the increasingly improvisational sax. At the change in rhythm, Giancarlo Romani’s trumpet adds its voice and a solo which, as one might expect from the class that is Romani, is superb and timely.
“Madame Oculus” is opened by a bass note before a brassy, loud wall of sound from Salmieri’s sax and trumpet develops, linked to a delicate piano line which offers a gentler presence. The trumpet delivers a superb solo across the top of solid support. The off-beat response-and-call section is engaging, and the piano proffers again a gentler interlude – this time picked up by the sax. “Madame Oculus” proves herself quite a surprise.
“The Flying Devils” feels like a visit to your grandpa: All chordal, vibraphone, keys and soft brass, which feels like it wants to say more but is wary of doing so. Lucarelli’s Rhodes lifts this track and enhances the theme, which the horns comply with and Romani’s trumpet sails away with. The percussion drives the second half with intricate off-kilter beats and picks before Salmieri’s sax, breathy and loose embouchured, adds its own well-developed solo. The final section is piano led as the gentle but firm presence re-asserts itself and harmony rules.
“Mr. Thunder” stars with fugal entry of the brass which eventually works into a darub pattern into which the trumpet drops, emphasizing the pauses so important to the Eastern feel. However, this is set up to be dismantled as the piano interjects a short transition section before Salmieri’s sax enters huskily and drives the rhythm toward a bluesy beat. Eastern music often makes for an easy passage, as the rhythms have similarities. Giancarlo Romani’s punchy trumpet line adds a playfulness, while the support from bass and percussion is steady. The final section is harmonious and “Mr. Thunder” is not angry after all.
“The Dwarf’s Lover” has a sense of playful frivolity and fairground imagery, enhanced by Vincenzo Lucarelli’s organ solo from Lucarelli. Neatly superseded by the sax and trumpet, the organ again reasserts itself before Bob Salmieri’s sax lifts out across the top. The trumpet wafts in jazz style, before a brief reprise from the organ and finally the ensemble finish the track together in harmony.
“The Balinese Dancer (Reprise)” is again gentle and melodic, the repeating melody like a memory which resurfaces in the imagination. Romani’s trumpet explores around the theme and changes the rhythm into a blues with piano punctuating, and echoing the short phrases but the intrinsic melody remains.
“Men With the Painted Faces” is fun, playful and artfully uses off-set rhythms to create episodes which contrast and yet meld together. The trumpet delivers a glorious free flowing solo, as does Salmieri’s sax and the track makes for a great finish to And Mama Was a Belly Dancer.
Bob Salmieri blends Eastern and Western rhythmic patterns seamlessly, and in this music there is a bluesy overtone which pervades too. In the Mediterranean culture, music styles like Rebetiko – the urban Greek music which brings together many influences – and Arabic music, with its rhythmic patterns lead easily with just the addition of grace notes or the leaning on the middle beat, to a bluesy feel. Salmieri understands this.
The change of instrumentation, especially the addition of organ, trumpet and vibraphone serve to create what Bob Salmieri terms Mediterranean jazz. It is appealing and incisive, tapping into connections felt by many people with many cultures. A great listen.

SAMMY STEIN - something else reviews

A volte si cerca un pianista sull'Oceano, ma si finisce per trovare un organista sul Mediterraneo, soprattutto un sassofono che, come un flauto magico, incanta ed intesse un filo magico narrando di storie fantastiche e di figure quasi fiabesche e dai tratti fumettistici, come quelle che albergano nella fantasia di un bimbo. L'itinerario sonoro si snoda a bordo di un carrozzone abitato da nani, ballerine, mangiafuoco,lanciatori di coltelli, prestigiatori, clown ed acrobati. Una sorta di circo dell'immaginario che trova ampia contemplazione nell'album “And Mama Was A Belly Dancer”, letteralmente, “E mamma era una ballerina del ventre”, di Bob Salmieri Bastarduna Quintet. (I Bastarduna sono dei prelibati fichi d'india di seconda fioritura). Quello di Salmieri, al sax tenore, è un viaggio a ritroso in una dimensione spazio-temporale dilatata e dai contorni impercettibili, un addentrarsi negli anfratti della memoria di un uomo-bambino che, attraverso un puzzle musicale, costruisce i colori, i suoni e i sapori di un tempo lontano e di un mondo sognato, dove i ricordi si mescolano a visioni cinematografiche e letterarie, supportato da un ottimo line-up che sta al gioco: Giancarlo Romani tromba, Vincenzo Lucarelli Organ e piano Rhodes, Maurizio Perrone contrabbasso, Massimiliano De Lucia batteria con la partecipazione di Mateusz Nawrot al vibrafono ed al grand piano sulle tracce 2,3,7. La title-track, “And Mama Was A Belly Dancer” è quasi un'introduzione filmica con tanto di titoli virtuali: il tema lanciato dal sassosfono di Salmieri viene ripreso dalla tromba di Romani, fino al cambio di passo dettato dalla retroguardia ritmica che trascina fiati ed organo verso un' atmosfera vagamente circense, dove tutti i personaggi sfilano per le vie della città dei sogni annunciando l'arrivo della grande attrazione, mentre la ballerina assume più connotati di una bella gitana che volteggia con fare maliardo, piuttosto che un'araba tersicorea pronta a dimenare il ventre. Appena si apre ilsipario, sulla scena compare una ballerina balinese. Il suono del vibrafono di Mateusz Nawrot conferisce a “The Balinese Dancer” l'atmosfera di un carillon, una scatola sonora che si apre, mentre la danzatrice si muove sulla punta di uno spillo. Il vibrafono richiama al proscenio il sax di Salmieri che sembra assecondarne il leggero battito d'ali, l'arrivo della suadente tromba in sordina di Romani accentua il pathos, mentre il plot narrativo della ballata s'infittisce, pur lasciando un finale aperto. Man mano che si procede, si percepisce una soluzione di continuita tra le vari tracce: “Madame Oculus” lancia il suo sguardo ipnotico su una fitta trama sonora da toni e dalle tinte mutevoli che, in breve, sintetizza molti momenti della storia del jazz moderno, fino al secondo interplay ed al passaggio di consegne dal piano al sassofono per un finale di coltraniana memoria. “The Flying Davils” è una vibrante ballata disegnata da sax, piano e trombra con un tocco molto cool e spaziato in netto contrasto con il titolo, dove “i diavoli volanti” diventano i demoni creativi di anime inquiete e vaganti. L'album si sfoglia piacevolmente come i capitoli di un libro che narra con il linguaggio del post-bop contemporaneo la storia di “Mister Thunder”, una sorta di forzuto Maciste, imponente e divoratore di fiamme, che atterrisce e diverte grandi e piccini. L'architettura sonora è quella di una rapprentazione teatrale caratterizzata da vampate e riff funkoidi e senza aria ferma, quasi a voler tenere l'ascolattore legato ad una sorta di filo teso. “The Dwarf’s Lover”, “l'amante del nano” è un magnifico esempio di bop soulful, dove sax, tromba ed organo si misurano su un terreno vagamente retrò, quasi il riscatto un uomo in scala ridotta, da sempre irriso buffone di corte, che diventa dominatore sulla scena e nella vita, sposando la ballerina, principale attrazione dello spettacolo. La ripresa del tema di “The Balinese Dancer” sembrerebbe la realizzazione del sogno, ma è ancora fantasia. Il diario dei sogni e dei segreti si chiude con “ Men Whit The Painted Faces”, un piccolo esercito di uomini dal volto camuffato, a metà strada tra l'uomo che ride nel romanzo di Viktor Hugo, colui che guida il carrozzone dei bambini trasformati in attrazioni viventi ed i pagliacci del circo che tentano di strappare un sorriso occultando le proprie lacrime. Il terreno di coltura è quello di un soul-jazz dal passo bandistico e circense, rafforzato dall'organo di Vincenzo Lucarelli. Una nota di merito va anche alla perfetta retroguardia sostenuta dal basso di Maurizio Perrone e dalla batteria di Massimiliano De Lucia.

“And Mama Was A Belly Dancer” di Bob Salmieri Bastarduna Quintet, edito da Cultural Bridge, è un riuscito concept album, portatore sano un jazz mediterraneo dal carattere insolito e multiforme, incubatore di sonorità molteplici, dove i sogni ed i ricordi di un bambino diventano il forte collante di opera moderna ben organizzata e convincente sia negli arrangiamenti che nella struttura melodico-armonica.

Francesco Cataldo Verrina - www.verrina.it

Il Maestro Bob Salmieri torna con un disco melanconico, argentino e prosegue la sua indagine sui suoni e le vaghezze timbriche che il suo "jazz" amalgama e ci apre le porte di un club che ci manca davvero tanto. "And mama was a belly dancer". Quasi Bertolucci e Fosse che vanno al cinema.
Mariano Equizi - Radio Ros Brera

During the COVID pandemic, jazz saxophonist and composer Bob Salmieri put together a new project, the Bob Salmieri Bastarduna Quintet, adding organ, trumpet and vibraphone to his usual instrumentation. The results are melodic, and as the liner notes point out, occasionally bluesy. But, "the Mediterranean Culture has had its own Blues for Centuries, in many different shapes and forms: Rebetiko, Neapolitan, Flamenco, Jewish and Arabic music are full of intrinsic “Blues” atmosphere."Salmieri's sax is the star of the title track, with an appropriately sensual groove that disguises an intriguing series of chord changes. There's a definitely Middle Eastern tinge to the melody and rhythms. Going by the titles of the tracks, it's a bit like instrumental storytelling. The vibraphone comes into the fore in the balinese dancer, its pure bell-like tones adding an ethereal layer that contrasts with the jazzy sax and drums. Madame oculus is a track with driving syncopations and a gorgeous piano part. It's a dramatic piece that showcases the trumpet in a solo. the flying devils is hypnotic, weaving melodies together in a slower mode. Mr thunder is a standout track, a trippy venture into pure jazz. The organ is set against splashy cymbals and unobtrusive bass to open the dwarf's lover with a showcase for keyboard before the horns come in.  It's a collection of tracks with a warm soul.

Anya M Wassenberg - artandculturemaven.com (Canada)

Bob Salmieri and his new group Bastarduna Quintet managed to be very creative during these crazy time. This is a concept album based on a novel with the same title written by Mr. Salmieri himself. The album features new compositions all pend by Bob himself who once again bring us a warm breeze of Mediterranean tinged Jazz. The rhythm section here provided by Maurizio Perrone on the Acoustic Bass and Massimiliano De Lucia on the drums provide a steady and coherent base. Giancarlo, on the Trumpet, adds a counter weight to the leading Tenor Sax of Salmieri. The dialogue between the two is very rich and quite exciting. The opening track features the very sensitive and powerful lead of Salmieri's Saxophone. This is a sort of a blues tune with the colors of the Mediterranean sea. A guest musician from Poland, Mateusz Nawrot, adds a unique quality with Vibraphone that is very dominant on the second track. Another "classical" jazzy element, The Organ, played by Lucarelli adds new shades of Blue presented tastefully on the tracks, "The flying devils", "Madame oculus" and "Men With The Painted Faces". This closing track sees the band in a happy collaborative composition were everyone gets to share their skills. Not being familiar with the novel itself, I find it does not take away from pleasure of enjoying the music itself and you can always create your own.

Gil Medovoy - TimnaTal Music

...And mama was a belly dancer è il nuovo album di Bob Samieri. In compagni dei Bastarduna quintet il sassofonista, compositore e scrittore romano d’origine siciliana descrive, in maniera autobiografica, personaggi fantastici da vecchio tabarin ed avanspettacolo visti con gli occhi di un bambino. Questa volta solo davvero pochi gli echi di world che si sprigionano dalle pagine di questo nuovo album di Bob Salmieri, già disponibile in cd (Cultural Bridge Indie Label) e su tutte le piattaforme digitali. …And mama was a belly dancer” è, infatti, un ottimo album di jazz strumentale visionario nei riferimenti, ma abbastanza classico nel sound (con sonorità d’organo, vibrafono e piano in bella evidenza), concepito fra Ottobre e Dicembre e realizzato in modo funambolico. In particolare, si tratta di un concept album in parte autobiografico, che descrive personaggi fantastici d’ambito circense o da vecchio tabarin, animatori d’avanspettacolo visti con gli occhi di un bambino. Questo anche se il titolo lascia presagire atmosfere orientaleggianti che invece sono totalmente assenti, se non nei ritmi di un paio di brani (in particolare, Madame Oculus). Un album suonato in maniera impeccabile, con il sax tenore di Salmieri in bella evidenza, e sicuramente voluto con forza dallo stesso, nonostante i problemi legati alla pandemia. Affiancano, in questo caso, l’artista d’origine siciliana i Bastarduna quintet, un nome che nella tradizione identifica i fichi d’India tardivi, nati da una seconda fioritura a scapito dei fichi d’India della prima, figli illegittimi, deliziosi ma senza semi. Una nuova avventura musicale per il vulcanico Bob Salmieri, già alla testa di formazioni come Milagro Acustico ed Erodoto Project e creatore dell’etichetta indipendente Cultural Bridge Label. E che, come già accaduto in passato, potrebbe avere un seguito visto anche l’ottimo ed interessante esordio.

Tonino Merolli -il Messaggero Revenews

Zajrzałem dziś do skrzynki pocztowej, a tam niespodzianka: list z Włoch, w nim zaś najnowsza płyta Boba Salmieriego. Włochy były tym krajem, na którym pandemia koronawirusa odcisnęła znaczące piętno. Saksofonista Bob Salmieri jako lider Bastarduna Quintet nagrywając płytę „…and mama was a belly dancer” w pandemicznym okresie poszedł jednak pod prąd: prezentując nam jazz optymistyczny, stanowiący światełko w tunelu. Koncept albumu powstał między październikiem a grudniem 2020 roku. Jak mówi Salmieri jest to płyta częściowo autobiograficzna, opisująca fantastyczne postacie ze starych baśni widziane oczami dziecka. Płyta jest również inspirowana wydarzeniami, o których będzie można już wkrótce przeczytać w książce autorstwa Salmieriego. Włoski saksofonista stworzył album ze wszech miar liryczny, zachwycający melodyką. Muzycznie jest to kocioł wpływów: neapolitańskich, flamenco, żydowskich i arabskich. Bob Salmieri tym albumem wskazuje na wspólne źródło tych muzycznych gałęzi, udowodniając tym samym, że właśnie w jazzie różnorodność harmonizuje się najlepiej. To co wyróżnia tan album to imponujące brzmienie: poszczególne instrumenty brzmią selektywnie, mamy bowiem mocno zarysowaną linię kontrabasu i krystalicznie brzmiące saksofon, trąbkę oraz organy. Zresztą właśnie organy znacznie wzbogaciły sekcję nadając prezentowanej muzyce przestrzeni. Podobną rolę odegrał wibrafon za którym gościnnie stanął Mateusz Nawrot. Na uwagę zasługują też solówki na saksofonie i trąbce Salmieriego i Romaniego, a także momenty, kiedy muzycy ci grają unisono. Podsumowując, „…and mama was a belly dancer” to estetyczna przeciwwaga (jazzowa szczepionka?) dla dziwnej rzeczywistości spod znaku Covid-19, która nas otacza. Warto się dać nią zaszczepić.

(Trad.) "Oggi ho controllato la mia casella di posta e c'è stata una sorpresa: una lettera dall'Italia, con dentro l'ultimo album di Bob Salmieri. L'Italia è stato il Paese in cui la pandemia di coronavirus ha lasciato un segno significativo. Il sassofonista Bob Salmieri come leader del Bastarduna Quintet, mentre registrava l'album "... and mama was a belly dancer" in un periodo di pandemia, però, è andato controcorrente: presentandoci un jazz ottimista, che era una luce nella galleria. Il concept dell'album è stato creato tra ottobre e dicembre 2020. Come dice Salmieri, questo è un album parzialmente autobiografico, che descrive personaggi fantastici di vecchie fiabe viste con gli occhi di un bambino. L'album si ispira anche agli eventi di cui presto potrete leggere nel libro di Salmieri. Il sassofonista italiano ha creato un album completamente lirico e delizioso con le sue melodie. Musicalmente è un calderone di influenze: napoletane, flamenche, ebraiche e arabe. Con questo album, Bob Salmieri indica la fonte comune di questi rami musicali, dimostrando così che è proprio nel jazz che la diversità si armonizza meglio. Ciò che distingue questo album è il suo suono impressionante: i singoli strumenti suonano in modo selettivo, perché abbiamo una linea di contrabbasso fortemente marcata e sassofono, tromba e organo dal suono cristallino. Ad ogni modo, è stato l'organo ad arricchire notevolmente la sezione dando spazio alla musica presentata. Un ruolo simile è stato svolto dal vibrafono dietro il quale Mateusz Nawrot è apparso come ospite. Notevoli anche gli assoli di sassofono e tromba di Salmieri e Romani, così come i momenti in cui questi musicisti suonano all'unisono. Riassumendo, "... and mama was a belly dancer" è un contrappeso estetico (vaccino jazz?) alla strana realtà del Covid-19 che ci circonda. Vale la pena farsi vaccinare con esso.

Michał Dyba Dybaczewski - jazzujemy.blogspot.com

Il sassofonista tenore romano Bob Salmieri si è già fatto conoscere da quando, nel 2016, costituì l’Erodoto Project, i cui album sono stati recensiti su questi stessi spazi. E’ di pochi mesi fa la costituzione del ‘Bob Salmieri Bastarduna Quintet’ con Giancarlo Romani alla tromba, Vincenzo Lucarelli organo e piano, Maurizio Perrone contrabbasso e Massimiliano de Lucia alla batteria, ospite in tre brani il vibrafonista e pianista polacco Mateusz Nawrot. In piena pandemia il gruppo incide il disco “…and Mama was a belly dancer” per Cultural Bridge, declinato attraverso otto composizioni tutte del leader che anche come strumentista non si risparmia di certo per tutta la durata dell’album. Due le necessarie premesse: nell’intento di Salmieri si tratta di un concept album in quanto rivede e rivive i sogni di un uomo-bambino che costruisce i suoni, i sapori, i colori di un tempo lontano e di un mondo sognato. In secondo luogo il termine Bastarduna con cui si è voluto caratterizzare il gruppo indica una varietà pregiata di fichi d’India a voler indicare la strada ‘mediterranea’ che il gruppo intende perseguire. Ora se, more solito, almeno per me è assai difficile stabilire se la musica coincide con l’impianto concettuale che dovrebbe sostenerla, non c‘è invece dubbio alcuno sul fatto che il jazz proposto si inserisca nel solco di un’ispirazione di impronta chiaramente mediterranea, particolarmente evidente in “Madame oculus” e “Men With The Painted Faces” impreziosito da un bell’assolo di Lucarelli all’organo. Dal punto di vista della linea melodica, particolarmente apprezzabile “The Flying Devils”. Comunque è tutto l’album che si snoda attraverso un filo rosso che vede in primo piano il fitto colloquio tra i due fiati ben sostenuti dalla sezione ritmica con l’ospite polacco in grado di ben inserirsi nel discorso collettivo con assoli di pregevole fattura (lo si ascolti in “The Balinese Dancer (Reprise)”.

Gerlando Gatto - A proposito di Jazz

L’atmosfera fantastica di un Jazz particolare Tra i vari e noti benefici, la Musica ha un potere totalmente affascinante: quello di poterci condurre all'interno della fantasia del nostro prossimo.
È un immaginario inusuale quello che ci attende nel disco di cui vi parlo qui, un mondo fantastico descritto in musica da una prospettiva a metà strada tra quella del bambino e quella dell’uomo.
Bob Salmieri e il Bastarduna Quintet + L’artefice di questo racconto è Bob Salmieri, artista del sassofono e musicista il cui orientamento jazzistico è fortemente influenzato dalle proprie radici mediterranee, con tutte le suggestioni artistiche che questo può comportare. Persino il nome del collettivo di musicisti riuniti in questo album richiama fortemente all’area a cavallo tra il meridione italiano e il nord-Africa: il Bastarduna che battezza il gruppo altro non è che una particolare varietà di ficodindia che fiorisce nel tardo periodo dell’anno. In questo caso è però fiorito un bel quintetto di musicisti: alla tromba c’è Giancarlo Romani, Vincenzo Lucarelli si occupa di organo e piano Rhodes, mentre la sezione ritmica è curata da Maurizio Perrone (contrabbasso) e Massimiliano De Lucia (batteria); ad arricchire ulteriormente questa interessante esperienza, nel disco suona anche il vibrafonista di origine polacca Mateusz Nawrot.
Un simile titolo parrebbe voler suggerire atmosfere orientaleggianti, le quali però si manifestano al massimo come sottilissime impressioni sparse qua e là. Il riferimento è piuttosto indirizzato al concept del disco, incentrato su un immaginario a metà strada tra il circense e l’avanspettacolo, con storie e personaggi a tema a ispirare la narrazione musicale. Un racconto guidato da un sax tenore, quello di Salmieri, che si presenta dichiaratamente in un ruolo quasi da flauto magico, strumento principale che tuttavia non si prende mai tutta la scena e gode anzi di un ottimo interscambio melodico con la tromba e con gli strumenti a tastiera. È di questa amalgama che va a beneficiare la resa dell’atmosfera desiderata, assolutamente compatibile con le intenzioni esposte dall’artista (approfondite successivamente all’ascolto dell’album per evitare influenze a priori). Si parlava di Jazz e sicuramente è il riferimento, anche se non di quelli più canonici: il contributo di organo, vibrafono e Rhodes è infatti tale da fugare il rischio di associazioni con le espressioni più standardizzate del genere. A conferire un carattere distinto e affascinante ci pensano poi la particolarità del fraseggio degli strumenti a fiato e una sezione ritmica che non forza mai la mano più del necessario, scelta che a mio parere paga degli eccellenti dividendi nell’esperienza di ascolto. In conclusione…

… And mama was a belly dancer è un disco che sa stimolare l’immaginazione dell’ascoltatore, obiettivo dichiarato e per quanto mi riguarda conseguito senza dubbio.
Il lavoro rivela i frutti di un vissuto musicale esperto e consapevole, la partecipazione di ciascuno degli abili musicisti coinvolti è finalizzata alla narrazione in musica dei temi che hanno ispirato il disco e in generale l’impressione che se ne ricava è quella di consistenza e chiarezza di intenti. Caratteristica, quest’ultima, davvero meritevole di essere messa in evidenza.

Mattia Mei - Musicoff.com

Niente può fermare Bob Salmieri e la sua vulcanica creatività, aperta a vari campi artistici, neanche la pandemia. Proprio in un momento di difficoltà logistiche, come quello occorso nel 2020, viene fuori il vero combattente. Nell’impossibilità di suonare dal vivo la tecnologia ha permesso di superare gli ostacoli, così alcuni musicisti coraggiosi, come il sassofonista romano, si sono incontrati sul web per creare una formazione, Bastarduna (come vengono definiti in Sicilia i caratteristici fichi d’india), e riescono nell’impresa di registrare un disco corale “… And Mama Was a Belly Dancer” (Cultural Bridge 2021). Otto brani in sequenza come un concept nati dalla fantasia di Bob Salmieri. Il titolo, tradotto letteralmente “… e mamma era una danzatrice del ventre”, rimanda a una reminiscenza che riaffiora dal passato, allo stesso modo di quando si vuole raccontare un episodio appartenente a un tempo lontano ma che ha lasciato segni profondi. Come in un film, una pellicola sbiadita, il disco ci racconta di questi segni, di questi sogni, di questi aneddoti reali o di fantasia, ma che inevitabilmente attraggono lo spettatore-ascoltatore. La mamma danzatrice si porta dietro il suo piccolo che con la sua immaginazione di bambino prova a raccontare le avventure ambientate in un tendone da circo, o un carrozzone di gente dello spettacolo abituata a viaggiare e a stupire. Fotogrammi di vita immersi in un’atmosfera nebulosa. Le evoluzioni seducenti della bellissima ballerina balinese, o le evoluzioni acrobatiche dei diavoli volanti. L’incredibile forza del mangiatore di fuoco e la sua solitudine rumorosa come quella di un tuono. Il riscatto del nano, provato da una vita di umiliazioni per far divertire gli altri, che s’innamora proprio della ballerina balinese, proprio della più bella. Uno stupore continuo che viaggia tra le composizioni veicolato dalle note del jazz mediterraneo, a cui Salmieri da lungo tempo ci ha abituati, ma aperto e arricchito da svariate sonorità jazz moderne, in un dialogo perfettamente sintonico con tutti gli strumenti.

Gabriele Peritore - Magazzini inesistenti

Nell’ottimo ...And Mama Was a Belly Dancer, creato tra l’ottobre e il dicembre dell’anno passato, il Bob Salmieri Bastarduna Quintet dà vita a un disco conturbante e malizioso, un jazz molto free e pieno di licenze poetiche, un procedere avventuroso in bilico tra sperimentazione e citazionismo, tra smania e meditazione. Condotti trionfalmente attraverso i pezzi del disco da un sassofono magico e da un organo seducente, tutto il quintetto si muove con esperienza e convinzione. ...And Mama Was a Belly Dancer è nato ai tempi del Covid, tra l’ottobre e il novembre dell’anno passato, tra restrizioni e paure, ma non porta con sé le ferite di questo periodo drammatico. È, anzi, un concept album onirico e dolce, che ci conduce con brio, e solo ogni tanto con un po’ di inevitabile, necessaria mestizia, attraverso una galleria di personaggi bizzarri e di situazioni intricate e fiabesche. Siamo di fronte a “un circo immaginario”, come viene indicato nelle note di copertina rilasciate col disco, un percorso sonoro di cui è protagonista un carrozzone con nani, ballerine, mangiafuoco, prestigiatori, acrobati e altri soggetti misteriosi ed estrosi. Il sax di Bob Salmieri ricorda un’accorata preghiera di fronte all’oceano, davanti a un tramonto romantico che pare presagire una rivoluzione alle porte. Il suo Bastarduna Quintet, formato da Giancarlo Romani alla tromba, Vincenzo Lucarelli all’organo e al piano, Maurizio Perrone al contrabbasso e Massimiliano De Lucia alla pregevolissima e raffinatissima batteria, e con l’ospite Mateusz Nawrot al vibrafono e al piano in alcune tracce, si muove sinuoso occupando i brani, accomodandovisi al loro interno e plasmandoli secondo lo stile e la maniera di ognuno. È un jazz arioso, ammaliante, eseguito da un gruppo maturo e dal talento cristallino. I mood che il disco tratteggia sono svariati e profondi. La malinconia di “The Balinese Dancer” ricorda a tratti alcuni momenti del progetto Bar Kokhba di John Zorn, mentre episodi noir e incalzanti come “Mr. Thunder” sembrano usciti direttamente dai ‘60s, anche se attualizzati in particolare nella loro costruzione melodica, debitrice del free jazz dei Settanta e Ottanta più che delle laceranti progressioni del modal jazz di Miles Davis di Kind of Blue, che preferisce svilupparsi intorno a moduli musicali liberando gli accordi dal gravoso vincolo della tonalità. Anche la presenza dell’organo sposta l’approccio e il modus operandi del gruppo all’interno di un jazz frastagliato e moderno, che è più free che ragtime e tocca persino sfumature acid. Nebbiosi e oscuri locali statunitensi affollano la polverosa “The Dwarf’s Lover”, che cincischia e ammicca scivolando da una parte e dall’altra come un veloce serpente, mentre più dipendente dai grandissimi del jazz ‘50s e ‘60s, in particolare John Coltrane, è “Madame Oculus”, malinconica e livida, quasi un canto funebre che sembra suggerire una speranza di rinascita, così come la title track “And Mama Was a Belly Dancer”, dove il sassofono si ritaglia una meritatissima centralità attraverso un lamento sublime e opprimente e viene accompagnato da un incipiente organo, da una batteria languida e da un contrabbasso puntuale, che detta il ritmo e i suoi cambiamenti. È un album verboso e immaginifico, che attraverso i suoi viaggi si propone di disegnare nuovi approdi per la nostra mente raminga. Altrettanto potente nella sua mitopoietica, l’album costruisce una solidità e una coesione sonore proprio grazie alle fragilità che cerca di raccontare. I momenti rilassa(n)ti di “The Flying Devils”, dove una rincorsa sfrenata di organo e contrabbasso lascia poi spazio al sax, che sembra avere addosso tutto il dramma di quest’ultimo anno, raccontano di diavoli in cerca di riscatto o forse soltanto di divertimento, che non si curano di noi, in balìa della Tuke, incapaci di prevedere quale nuovo scherzo abbia in serbo per noi il destino. Anche nella chiusa dell’album, la ritmata e sferzante “Men with Painted Faces”, si mostra tutta la coesione sincera e appassionata del gruppo. Gli strumenti a fiato e l’organo sono sempre i padroni e si muovono con garrula frenesia. Le conversazioni tra l’organo e i fiati e tra questi e il tappeto sonoro di basso e batteria non potrebbero creare humus migliore per il dipanarsi della vita e della storia dei pezzi del disco. 

Samuele Conficoni - Music Map

Jazz Rebounds: Mediterranean Report
“Bastarduna” is the Sicilian term for the second bloom of the prickly pear cactus, which produces larger fruit than the first.
That seems to be the effect the Covid-19 lockdown has had on tenor saxophone-favoring multi-instrumentalist, author and label owner Bob Salmieri, who since 1995 has performed, recorded and published music dedicated to Mediterranean and Arab-Sicilian culture, bringing to light Islamic influences in the sea which touches on Europe, North Africa and Turkey.
Having adapted successfully during the lockdowns, Salmieri — founder of Milagro Acustico group (a recording ensemble established in 1995), the Milagro Acustico Cultural Association (to carry out projects in Europe, North Africa and Turkey), the Cultural Bridge independent record label, Erodoto Project (a band) and earlier this year — is rebounding with renewed vigor.
“I have to be honest, in my life nothing has ever blocked me when it comes to composing or playing,” he said in an interview. “It’s my personality, that’s how I am; I also enjoy the time when I just study.
“When my lip hurts from playing too much, I feel physical enjoyment, so I have not been affected by the lockdowns. On the contrary, I have had the opportunity to experience new things and to meet new musicians.”
Salmieri explains how he first realized the pandemic was serious. “I remember well the first time I felt the impact of this pandemic. With Erodoto Project, we had just finished recording all the songs for the album Mythos – Metamorphosis. We still needed to record the string trio” — the Miro String Trio, comprising Fabiola Gaudio on violin, Lorenzo Rundo on viola and Marco Simonacci on the violoncello — “for the album, and this was scheduled for a few days later. Instead of recording, we suddenly found ourselves in what felt like a zombie apocalypse scenario or something similar. It was early March 2020 when the lockdown began, so there was no recording studio for the trio.
“Fortunately I have a small recording studio in my house, so, with great caution, we were able to complete the record by recording one musician at a time. It was a relief because Alessandro de Angelis, the pianist and co-author of many of the songs and myself, worked so hard.”
Salmieri’s music has distinct Eastern patterns woven and interlinked with Western idioms that create a hybridization of the cultures – which he calls “Mediterranean Jazz.” It reflects the merging and also the diversifying of the cultures which surround the Mediterranean Sea. Some of his projects have covered the historical mythology and folklore of the region, with tales and the music which narrates them originating not in countries but rather in more wide-spread cultures.
He himself was born in Rome to a family of Sicilian origin which had emigrated to Tunisia at the beginning of the 20th century — that’s where his father was born. He founded the Milagro Acustico group in 1995, and they have made some 15 albums, published in the USA and Italy, almost all dedicated to Sicilian and Arab-Sicilian culture. On three of them he has brought to light the immense heritage of poetry created during the Islamic domination of the island of Sicily; the Acustico group has also performed these in live settings. Salmieri has also published three books dedicated to Sicily and its history and culture.
In 2013 he founded Cultural Bridge to release recordings of jazz and world music (musicians on the label come from every corner of the Mediterranean region) and in 2015, he founded the jazz group Erodoto Project, with whom he has so far released three recordings and performed in Italy and Poland. When touring ended, of course he turned to his label.
“We carried out several projects during the pandemic,” he explained. “We would have made them anyway. The pandemic has not only not slowed us down, it has also given us a unique focus. To spend so much time solely on music was fantastic. From March 2020 to March 2021 we managed to put out Mythos Metamorphosis, ‘The Trip of My Father’ and as the Bob Salmieri Bastarduna Quintet, Mama Was A Belly Dancer. We also made a video of the album’s title song ‘And Mama Was A Belly Dancer,’ directed by Alberto Guerri.”
“Personally, this pandemic made me want to compare myself with jazz musicians from all over the world. I have always done it with my group Milagro Acoustic, making records and live shows with Turkish, Indian, Egyptian, African, Syrian and Iranian musicians. But with jazz, it’s new to me. I experimented with a single, ‘The Trip of My Father,’ playing with Italian, Turkish and Polish musicians and creating a sort of ethno-jazz with atmospheres that are difficult to reproduce if it had been made with only local musicians.”
Salmieri believes the future of live music and events has promise. “When the Alexander Platz Jazz Club in Rome reopened for a short time in October, I went almost every evening. I remember feeling great emotion. It felt like the end of the war and a return to the good things we had left behind. Maybe we had missed attending a concert in a club. People were excited, and at the end of the evening, no one wanted to leave, and we stayed outside the club talking for hours.
“Even in August, when I was in Sicily, it was great to play live outdoors. It was a big party, but then again in Sicily, it’s always a big party!
“Here, my optimistic perspective shows me a positive side to this pandemic. Perhaps for a while, we will pay more attention to what we take for granted, like going to listen to a concert in a club. I hope the future is full of excitement and interest in live music. Historically in Italy, we have had wonderful moments for live music of all genres. There was a lot of curiosity and desire to experience something that we have lost in recent decades.
“To add a personal thought: It is not the difficulties that stop people, it is only the lack of internal fire. If that is there, as it is for my friend Aldo, age does not stop you, neither the virus nor anything else. But if there is something which puts out the fire, unfortunately, nothing can be done about it.” Bob Salmieri demonstrates undimmed fire, as though he’s been fueled by the pandemic. Perhaps for some there has been a bright side.

Sammy Stein - Jazz Journalists Associations 

“…and mama was a belly dancer” è il titolo del nuovo album di Bob Salmieri. L’album è stato concepito tra ottobre e dicembre scorso e realizzato in modo funanbolico a causa del Covid e restrizioni. Un disco che riesce a catapultare l’ascoltatore tra l’oceano delle emozioni, fino alle antiche profondità mediterranee che continuano a raccontare storie di miti e leggende. Il silenzio di Roma, le strade chiuse a causa del lookdown, la speranza di una ripartenza che veniva urlata dai balconi e la voglia di ricominciare, hanno fatto da eco a un disco che graffia il cuore di chi lo ascolta. Da Trastevere a Monteverde, dai Parioli a Primavalle, il Sax di Bob riesce a bussare ad ogni porta della sua bella Roma, rassicurando e portando conforto. In questo disco, Bob, riesce a rassicurare tutti con la sua indistinguibile elenganza, seppur impregnata di una malinconica nostalgia.
Un disco certamente autobiografico ma che riesce a trasportare l’ascoltatore in una dimensione contemplativa in cui lo spazio e il tempo risultano impercettibili: niente immagini definite, niente colori primari ma soltanto figure astratte che si incamminano all’orizzonte. Bob Salmieri è riuscito ancora una volta a creare un disco di sano Jazz mediterraneo, con un carattere unico e ricco di arrangiamenti. Tante le sfumature che modellano la mente dell’ascoltatore, fino al ricordo di un’infanzia che si dilata nelle otto tracce presenti nel disco e nello spazio-tempo delle molteplici sonorità.

Angelo Barraco - Trileggo